Non avrai altra discoteca
di Max De Giovanni
Una piacevole chat con “P” (lo chiameremo così) uno dei due ideatori e gestori della Baia degli Angeli.
“P” lesse un articolo su Bob Day e mi chiese l’amicizia su Facebook presentandosi e chiedendomi con curiosità come mai fossi così interessato ai due artisti americani.
Gli raccontai delle mie ricerche, dei miei lavori e delle mie collaborazioni pseudo giornalistiche e ne nacque una lunga chattata.
<< Vedi Max – mi dice – Bob era una persona meravigliosa, un buono: eravamo molto legati. Andammo qualche giorno in ferie a Madonna di Campiglio, a concerti.
Pensa che nel 76 festeggiai il mio compleanno a NYC con amici e fu un periodo molto intenso: giravamo in limousine, frequentavamo locali ogni sera, dormendo nel Village, ospiti nell’appartamento di Tom. Finimmo tutti i soldi e svuotammo la card American Express. Bob doveva rientrare a New York finito il week in Baia e gli diedero gli incassi che ci portò per permetterci di tornare in Italia.
Ero spesso a New York, andavo nella grande mela con Tom: giravamo per i vari negozi di dischi e andavamo in un vecchio teatro dove si esibivano live band. In ufficio a fianco vendevano i loro dischi. Rientravamo in Italia con valigie piene!
Qua poi quando la Baia era chiusa, giravamo per i locali tra Gabicce e Verona e li vendevamo ai vari DJ italiani: in quegli anni l’import non esisteva ed era difficile reperire certe cose.
Giravamo con una Maserati 4700…begli anni”
Ho chiesto a P che pensava dell’approccio musicale dei due americani e la sua risposta è stata immediata: “ Tom era più ricercato duro, mentre Bob esprimeva la sua dolcezza nei brani che selezionava”.
“Nel 75 i ragazzi americani erano pazzeschi, – dice “P”- così “matti”, pieni di energie con una gran voglia di vivere e divertirsi. Li lasciavamo andare a briglie sciolte e “costruirono” la Baia che tutti ricordiamo.
Bob, Tom, Sterling e Carmen…Lei era una top PR a New York, molto affascinante. Fece “scandalo a Gabicce: nella spiaggia sotto la Baia il primo topless!!”
“Max ti racconto un aneddoto: nella primavera ’77 andammo ad una fiera a Milano e comprammo una gru, sulla quale posizionammo un occhio di bue.
Avevamo ristrutturato il locale, cambiato gli arredamenti e la Baia era bella più che mai…in estate eravamo sempre sulla gru, inquadravamo il locale, cercando di cogliere i clienti che volevano entrare scavalcando il recinto. Quando riuscivamo a beccare il momenti giusto tutti se ne accorgevamo e partiva l’applauso: uno spettacolo nello spettacolo.
Solo allo Studio 54 ho visto centinaia di persone ballare con così energia >>.
“P” chiude raccontandomi che abitava sopra la Suerte e che quando rincasava non guardava mai il locale: troppi ricordi. Ma ora è passato tanto tempo…
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